La malattia da reflusso faringo-laringeo è una condizione infiammatoria delle vie aero-digestive superiori correlata agli effetti diretti e indiretti del reflusso del contenuto gastroduodenale.
Il contenuto gastroduodenale è in grado di causare dei danni alla mucosa della alte vie aereodigestive sia per la sua acidità, contro cui la mucosa faringolaringea non è provvista di difese efficaci, che per la presenza di sostanze secrete dallo stomaco (pepsina), della bile e dei succi pancreatici.
Il reflusso faringo-laringeo è causa di una serie di sintomi che includono:
- L’alterazione della voce (disfonia), causata da lesioni della mucosa delle corde vocali che portano a modificazioni soggettive e oggettive della voce;
- Dolore (odinofagia) o difficoltà (disfagia) nella deglutizione;
- Sensazione di corpo estraneo faringo-laringeo;
- Eccessiva necessità di schiarirsi la voce e scolo mucoso retrofaringeo (post-nasal drip), presenti nel 42-50%. Sono legati sia all’aumento della densità delle secrezioni faringee per l’infiammazione cronica (azione diretta) che all’incremento della secrezione mucosa tracheale in risposta all’acidificazione dell’esofago (azione indiretta);
- la tosse cronica, stimata intorno al 44-51%;
Raramente il reflusso faringo-laringeo può esacerbare malattie del tratto respiratorio quali asma o indurre il laringospasmo, una chiusura improvvisa delle corde vocali con sensazione di soffocamento.
La terapia del reflusso faringo-laringeo include:
- Modifiche allo stile di vita Ciò include perdita di peso, piccole dimensioni del pasto, astenersi dallo sdraiarsi entro 3 ore da un pasto, mangiare una dieta a basso contenuto di grassi e a bassa acidità, evitare bevande gassate o contenenti caffeina, interrompere l’uso del tabacco e ridurre l’assunzione di alcol (vedi schema allegato).
- Trattamento farmacologico può essere iniziato in concomitanza alle norme dietetico-comportamentali o successivamente, qualora non queste da sole non fossero sufficienti a controllare la malattia. Si avvale di tre le classi di farmaci: procinetici, farmaci protettivi della
mucosa (alginati, antiacidi, sulcralfato e magraldrato) e inibitori della pompa protonica (IPP).
Circa il 66% dei pazienti ottiene un buon risultato dopo 3-6 mesi di trattamento, sebbene nel 25-50% dei casi la malattia ha un decorso cronico. Per questi ultimi, è fondamentale mantenere le norme dietetico-comportamentali mentre le ricadute possono essere trattate con un trattamento farmacologico a breve termine in base al profilo del paziente.
In caso di mancata risposta alla corretta terapi a o in presenza di sintomi d’allarme (calo ponderale, anemia, disfagia importate, ecc…) è opportuno eseguire una valutazione gastroenterologica e/o eventuali accertamenti aggiuntivi (esofago-gastro-duodenoscopia (EGDS),
pHmetria delle 24h o uno studio radiologico) per il corretto inquadramento diagnostico del
paziente.
Se non riconosciuta e trattata adeguatamente, la malattia da reflusso faringolaringeo può portare a
complicazioni a lungo termine che includono: - Tosse cronica/Laringite ricorrente
- Disturbi della cavità orale (ulcere e alterazione dentarie)
- Lesioni / infezioni broncopolmonari ricorrenti
- Possibile fattore di rischio per il carcinoma laringeo.